Sarah, fermata Sabrina Il padre: "l'ha attirata"

 
16.10.2010
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AVETRANA (TARANTO) - Sabrina Misseri, secondo suo padre, Michele, avrebbe indotto la cuginetta Sara a scendere nella cantina dove è stata uccisa e l'avrebbe trattenuta mentre veniva uccisa dall'uomo. Sono - si apprende da fonti vicine alla famiglia Misseri - le dichiarazioni fatte ieri da Michele che hanno portato al fermo di Sabrina. Michele Messeri ne ha parlato nei sopralluoghi che ha compiuto con i carabinieri sul luogo del delitto, primo tra tutti il garage dove sono stati ritrovati batteria e cuffiette del cellulare di Sara. Sull'ultima versione resa da Misseri a proposito delle fasi immediatamente precedenti l'omicidio e dell'uccisione stessa e sul coinvolgimento di Sabrina non ci sarebbero per ora riscontri oggettivi. Sabrina non ha ammesso alcuna sua partecipazione al delitto: di qui la richiesta del suo difensore, avvocato Vito Russo, di giungere al più presto ad un incidente probatorio, che si svolge dinanzi al giudice delle indagini preliminari, per stabilire in modo irrevocabile, e in confronto tra le parti (accusa e difese), la versione più credibile. Intanto, Sabrina è stata portata in carcere: nelle prossime 48 ore la procura dovrà chiedere la convalida del fermo e l'emissione di un'ordinanza di custodia cautelare. Entro le successive 48 ore il gip fissa l'udienza di convalida. Per dare informazioni sulle circostanze che hanno portato al fermo di Sabrina Misseri con le accuse di concorso col padre nel sequestro e nell'uccisione di Sara Scazzi, una conferenza stampa è stata convocata per le 11 nella sede del Comando provinciale dei carabinieri a Taranto. All'incontro con i giornalisti parteciperà - a quanto viene reso noto - il procuratore della Repubblica presso il tribunale ionico, Franco Sebastio. dell'inviato Roberto Buonavoglia MANDURIA (TARANTO) - Sabrina Misseri è stata sottoposta a fermo ed è stata rinchiusa nella notte nel carcere di Taranto. Con accuse assai pesanti: la cugina di Sara Scazzi, quella che era di fatto l'amica del cuore della piccola Sara, secondo la procura avrebbe avuto un ruolo nel sequestro di persona e nell'omicidio della quindicenne, avrebbe concorso nei reati con il padre Michele, reo confesso per il delitto. La notizia giunge come un macigno su questa angosciante vicenda e suona quasi incredibile se si ripensa a tutte le lacrime versate da Sabrina sulla morte della povera Sara. Non basta: il suo fermo è la diretta conseguenza delle dichiarazioni accusatorie fatte nei suoi confronti dal padre, Michele Misseri, colui che fino a meno di 24 ore fa era per tutti il solo responsabile di una vicenda terribile, con i suoi strascichi di pedofilia e necrofilia. Prima di essere sottoposta a fermo, Sabrina è stata interrogata a lungo, per quasi sei ore, nella caserma dei carabinieri di Manduria, dal procuratore di Taranto, Franco Sebastio, e dai pm inquirenti Pietro Argentino e Mariano Buccoliero. Non ha ammesso responsabilità, ha respinto tutte le accuse: il suo fermo - dice anche il suo difensore, l'avv.Vito Russo - è strettamente legato alle dichiarazioni fatte dal padre. Anche la sorella Valentina non crede alla sua colpevolezza e appena si diffonde la notizia del suo fermo scrive sms ai giornalisti: "Sabrina è innocente!!!". Per la prima volta, in questo interrogatorio, Sabrina è stata assistita da un legale e questo aveva, già nel pomeriggio di ieri, fatto diffondere la notizia che fosse indagata, anche se sembrava che le venisse contestato il reato di concorso in occultamento di cadavere. La svolta è arrivata a conclusione di una giornata che si era aperta con i carabinieri del Reparto operativo di Taranto e del Ris che facevano un esperimento giudiziale, accompagnati da Misseri, nel garage nel quale la quindicenne è stata strangolata. L'esperimento è continuato poi nel casolare in cui - secondo il racconto iniziale dell'uomo - Michele Misseri avrebbe abusato sessualmente del cadavere di Sara, fino al pozzo in cui il corpo della piccola è stato nascosto per 42 giorni: dalla scomparsa della ragazzina, il 26 agosto, alla sera della confessione dell'uomo, il 6 ottobre scorso. Durante i sopralluoghi, lo zio-assassino avrebbe spiegato nei minimi particolari come ha strangolato Sara, dove è caduto a terra il corpo della ragazza, dove è caduto il suo cellulare. Anche nel casolare Misseri ha indicato ai carabinieri il posto in cui avrebbe abusato della nipote già morta e quello nel quale ha bruciato i suoi vestiti e i suoi effetti personali: le poche cose che Sara aveva con sé per andare al mare, lo zainetto con un asciugamani, sandali infradito, pantaloncini e maglietta; e quasi certamente un 'due pezzi' da bagno invece degli indumenti intimi. Il sopralluogo, come spesso accade in questi casi, sarebbe stato filmato dai carabinieri del Ris. Gli investigatori avrebbero anche cronometrato il tempo impiegato da Misseri per strangolare con una fune Sara, per caricare il cadavere nella sua Seat Marbella, e per compiere tutti gli spostamenti con l'autovettura: dalla casa al casolare e da qui al pozzo cisterna dove ha gettato il cadavere della piccola, coprendolo poi con pietre e rami. Concluso l'accertamento giudiziale, l'uomo è stato portato nella caserma di Manduria dei carabinieri, dove è stato nuovamente interrogato. E durante l'esperimento e in caserma, Michele Misseri ha tirato in ballo la sua figlia più piccola, Sabrina. Poi, poco dopo le 16, è stato condotto via a bordo di un mezzo della polizia penitenziaria. Gli investigatori hanno quindi cominciato ad ascoltare Sabrina, che era lì già da parecchie ore: più o meno da mezzogiorno, dopo che, con la testa coperta dal cappuccio di una felpa, aveva lasciato la sua casa a bordo di una vettura dei carabinieri. Dopo sei ore, uno scarno comunicato della procura dà notizia del fermo di Sabrina e rende note le accuse: Sabrina - dice la nota - "é gravemente indiziata dei delitti di sequestro di persona ed omicidio volontario in concorso".

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